Se ti mancano meno di 10 anni alla pensione puoi ottenere guadagni molto elevati sottoscrivendo un Piano Individuale di Previdenza (PIP) e ricavare molto di più di quanto potresti fare con investimenti molto più rischiosi.
Di solito per ottenere guadagni interessanti con i prodotti finanziari è necessario affrontare rischi via via più elevati. Non è così se utilizzi lo strumento che ti suggerisco oggi. Non ti rivelo nulla di segreto e nulla di complicato: si tratta esclusivamente di sfruttare il vantaggio fiscale che è possibile ottenere rispettando la normativa in vigore. Per capire meglio il rendimento potenziale dell’operazione facciamo un paio di esempi.
Esempio 1
Supponiamo che tu:
- sia un lavoratore dipendente maschio
- abbia un reddito complessivo annuo di 30.000 euro, e
- debba lavorare altri 5 anni prima di andare in pensione.
Se sottoscrivi un piano di previdenza complementare
- versando un contributo annuo di 5.000 euro (in 5 anni 25.000 euro) e
- il rendimento del fondo è del 2% annuo
Ottieni:
- un risparmio fiscale annuo di 1.645 euro (in 5 anni 8.223 euro)
- un rendimento medio annuo netto del 10,39% pari a 6.014 euro.
Esempio 2
Supponiamo che tu:
- sia un lavoratore libero professionista
- abbia un reddito complessivo annuo di 60.000 euro, e
- debba lavorare altri 9 anni prima di andare in pensione.
Se sottoscrivi un piano di previdenza complementare
- versando un contributo annuo di 5.000 euro (in 9 anni 45.000 euro) e
- il rendimento del fondo è del 2% annuo
Ottieni:
- un risparmio fiscale annuo di 2.125 euro (in 5 anni 19.121 euro)
- un rendimento medio annuo netto del 10,02% pari a 17.120 euro.
Chi può sottoscrivere i piani di previdenza complementare?
Possono sottoscrivere un PIP i seguenti soggetti:
- lavoratori autonomi
- liberi professionisti
- dipendenti del settore privato e del settore pubblico
- familiari a carico anche se minorenni
- pensionati di anzianità (a condizione che la sottoscrizione avvenga almeno 1 anno prima del compimento dell’età pensionabile prevista dal proprio regime previdenziale obbligatorio).
Deducibilità fiscale
Tutti i contributi versati alla previdenza complementare sono deducibili dal reddito per un importo massimo pari a 5.164,57 euro (art. 10 comma 1 lettera e-bis del TUIR). Trattandosi di una spesa deducibile dal reddito il risparmio fiscale dipende dall’aliquota marginale IRPEF del contribuente.
Riscatto del capitale
È possibile ritirare il 100% della prestazione pensionistica finale sotto forma di capitale quando la rendita derivante dalla conversione del 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale (per il 2016 corrisponde a 5.825 euro).
Chi sono i contribuenti più avvantaggiati?
Dalla lettura della norma risulta che coloro i quali raggiungeranno l’età pensionabile nei prossimi 5–10 anni hanno un triplice vantaggio:
- risparmio fiscale sui versamenti effettuati ai piani di previdenza complementare
- permanenza minima nel PIP relativamente breve (minimo 5 anni)
- rimborso totale del capitale al raggiungimento dell’età pensionabile (pensione di vecchiaia).
Conclusioni
I rendimenti di cui agli esempi che precedono derivano esclusivamente dal risparmio fiscale e quindi sono certi al mantenimento dei livelli di reddito ipotizzati. Trattandosi di investimenti a breve termine è possibile valutare tali operazioni raffrontandole ad investimenti obbligazionari di pari durata. Il vantaggio nella sottoscrizione di un PIP rispetto ad un prestito obbligazionario è quello di annullare il rischio di tasso di interesse.