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Coronavirus: moratoria di Stato “Cura Italia”

Il Dpcm “Cura Italia” prevede una sorta di moratoria di Stato sui finanziamenti bancari contratti dalle imprese.

Questa moratoria non va confusa con la moratoria bancaria di cui ho parlato nel post Coronavirus: accordo per il credito per per le imprese

Questo provvedimento è rivolto alle micro, piccole e medie imprese, come da definizione della Commissione Europea (in sostanza tutte le imprese con meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro), che alla data del 17  marzo 2020 non siano classificate come esposizioni creditizie deteriorate in base alla disciplina bancaria.

La norma prevede un sostegno finanziario sottoforma di moratoria con le seguenti modalità:

  • irrevocabilità per le aperture di credito a revoca e per i prestiti accordati a fronte di anticipi su crediti esistenti alla data di pubblicazione del presente decreto (17 marzo 2020), fino al 30 settembre 2020. A titolo di esempio si tratta di fidi di cassa, di anticipi fatture e ricevute bancarie, di anticipi Export, di anticipi contratti, di linee di factoring;
  • proroga per i prestiti non rateali con scadenza contrattuale prima del 30 settembre 2020 fino al 30 settembre 2020 alle medesime condizioni. Ad esempio finanziamenti import e finanziamenti bullet;
  • sospensione del pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza prima del 30 settembre 2020 per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale. Il piano di rimborso delle rate o dei canoni sospesi dovrà avvenire in modo dilazionato senza oneri aggiuntivi. È facoltà delle imprese richiedere di sospendere soltanto i rimborsi in conto capitale.

Per accedere a tale opportunità è sufficiente che l’impresa predisponga una comunicazione, da inviare all’istituto di credito, in cui autocertifica di aver subito in via temporanea carenze di liquidità quale conseguenza diretta della diffusione dell’epidemia da Coronavirus.

Non è ancora stato chiarito se il fatto di usufruire di questa possibilità possa comportare un peggioramento del rating aziendale.

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